Paura, Ansia E Comportamenti Disfunzionali Ai Tempi Del Coronavirus
COSA SONO PAURA E ANSIA E COME SI MANIFESTANO?
PAURA e ANSIA non sono la stessa cosa. Pur essendo entrambe delle reazioni ad una minaccia presentano caratteristiche differenti:
La PAURA è un’emozione primaria, che ha una funzione fortemente adattiva in quanto ci consente di riconoscere il pericolo e di conseguenza mettere in atto tutta una serie di comportamenti finalizzati alla salvaguardia di noi stessi. La paura scatta di fronte ad uno stimolo reale, preciso e ben definito proveniente dal mondo esterno e attiva tutta una serie di meccanismi a livello fisiologico che ci permettono di rispondere alla minaccia.
L’ANSIA è evolutivamente più recente rispetto alla paura, ma per quanto attivi gli stessi meccanismi della paura, si contraddistingue da essa perché è una reazione ad uno stimolo più indefinito e ciò fa si che lo stato di attivazione fisiologica perduri per più tempo.
ANSIA e PAURA sono quindi FUNZIONALI in quanto ci guidano a cercare il comportamento più adatto a fronteggiare la situazione e incrementano la nostra capacità di attenzione, concentrazione e la reattività fisica, garantendo la nostra sopravvivenza.
Diventano tuttavia DISFUNZIONALI quando ci fanno perdere il controllo prendendo il sopravvento, generando così un STATO DI PANICO.
Lo STATO DI PANICO ci predispone ed uno stato di allerta costante e ci conduce ad una serie di comportamenti disadattivi, in quanto il nostro pensiero è meno lucido, più confuso e siamo più portati a mettere in atto una serie di comportamenti impulsivi, automatici e, in certi casi, dannosi.
Ai tempi del Coronavirus reazioni al PANICO si sono manifestate ad esempio tramite la corsa alle farmacie per acquistare la vitamina C o con affollamenti nei supermercati per accaparrarsi cibo e prodotti di prima necessità. Questo perché la paura, e conseguentemente lo stato di panico che si genera, conduce in maniera disfunzionale ad una serie di reazioni istintive, immediate e non razionali. Il cibo infatti rappresenta un bisogno primario e questo induce ad affollare i supermercati per rifornirsi in maniera ossessiva di scorte alimentari, comportando di conseguenza un assembramento di persone in spazi chiusi e aumentando così la probabilità di contagio e diffusione del virus. Un ragionamento invece logico, ben funzionante, non influenzato dal panico, farebbe subito pensare che la distribuzione di cibo (essendo appunto un bisogno primario) sarebbe comunque garantita e che sarebbe meglio evitare di ritrovarsi con un gran numero di persone in uno spazio chiuso, per evitare di favorire maggiormente la diffusione del contagio.
Importante quindi, per non auto-alimentare lo stato di panico, seguire in maniera attenta e seria le indicazioni e le regole che ci vengono fornite dalle autorità, evitando una ricerca spasmodica di informazioni e notizie e facendo riferimento solo alle fonti scientifiche e ufficiali.
Dott.ssa Valentina Corbetta – Psicologa